www.bensaver.it C’ERA UNA VOLTA.... La KMZ ( Krasnogorski Mekhanicheskii Zavod ovvero  Industria Meccanica di Krasnogorsk (periferia occidentale di Mosca a una trentina di chilometri dal centro) nasce nel 1942 con lo scopo di produrre equipaggiamento ottico per l’esercito sovietico. Anche negli anni a seguire - come in molti altri settori dell’economia sovietica - questa industria manterrà la doppia veste civile e militare. Appena terminata la II guerra mondiale, nel  1946 , la fabbrica avvia la produzione di una fotocamera a soffietto di ispirazione Ikonta Zeiss, la Moskva, formato pellicola 6x9 che sarà prodotta in cinque versioni. Sebbene la KMZ sia più famosa per le sue 35mm, essa non abbandonerà del tutto il settore del medio formato (pellicola 120), dato che negli anni 60 produrrà anche la Iskra in poco meno di quarantamila esemplari. Nel 1948 avvia la produzione delle 35 mm FED e l’anno successivo quella delle Zorki (tutti modelli a telemetro,repliche russe della Leica). Nel 1952 comincia la produzione delle reflex Zenit. Per la verità la produzione di alcuni modelli Zenit (tra cui ET, 12XS, 21XS ed altri) viene lasciata alla MMZ (Minsk Industria Meccanica di Minsk, Bielorussia) fabbrica fondata nel 1957 e che nel 1971 assumerà il nome di BelOMO. Questa azienda produrrà anche alcuni obiettivi Helios (44-2 e MC 44-3). Nel 1993 la KMZ muta ragione sociale e diventa S.A.Zverev KRASNOGORSKY ZAVOD JSC. A puro titolo di cronaca, andrebbe correttamente aggiunto che i russi furono tra i primi a produrre SRL 35mm, presso la loro più antica fabbrica del settore : la GOMZ (Industria Ottica Meccanica di Stato) a Leningrado, azienda che nel 1962 assumerà il nome con cui è assai nota, ovvero LOMO acronimo di Unione Ottica Meccanica Leningrado ). La denominazione Industar identifica la produzione di obiettivi a 4 lenti in tre gruppi (le due lenti posteriori sono unite). Sono stati classificati poco più di una ventina di modelli, dall’Industar 10 al 73. Quindi non solo il 50mm di cui ci occupiamo ma anche altre focali. Citiamo per esempio l’Industar-58 (75mm) o l’Industar-29 (80mm)  prodotti per il formato 6x6; ma anche l’ Industar-23 (110mm)  per il 6x9 e così via. Ma anche nell’ambito dei 50mm ci sono diverse varianti (esempio Industar 61 L/D o L/Z). La legenda per la comprensione di queste sigle è la seguente: L sta per Lantanio D significa attacco M39 Leica Z significa attacco M42 L’ INDUSTAR 50-2 (M42) 50mm f/3,5 La produzione di quest’obiettivo si ispira allo Zeiss Tessar (Occhio d’Aquila) 4 lenti, una lente che ha fatto la storia della fotografia. Vale la pena di ricordare che il nome Tessar deriva proprio dal numero “quattro” in greco. L’obiettivo di cui ci stiamo occupando è un passo a vite M42, attacco introdotto nel 1947 dalla Zeiss Ikon Contax e poi adottato da molti altri marchi tra cui Praktica e anche Asahi Pentax (1957) per i suoi Takumar, infine dalla russa Zenith e dalla Voitglander per la Bessa Flex. Questo passo (noto anche come 42x1) ha il vantaggio di poter essere utilizzato con opportuni adattatori praticamente su quasi tutte le più importanti reflex digitali moderne ( perdendo tutti gli automatismi ovviamente). L’Industar 50mm f/3,5 della KMZ, è stato prodotto a partire dal 1959 per la fotocamera Zorki ( dalla Zorki- S fino alla Zorki 4K degli anni ‘70) e per la Zenit (S e E) in diverse finiture (incluso il grigio metallizzato). E’ stato prodotto con attacco a vite Leica (M39) e Pentacon (M42). Dati tecnici: Lunghezza focale 50mm Angolo di campo : 46° Max apertura diaframma f/3,5 Minima apertura diaframma f/16 Peso: 120 grammi, Quattro lenti in tre gruppi Minima distanza di messa a fuoco 65 cm. Diametro filtri 36 mm Anni di costruzione: 1960 - 1970 Nell’immagine superiore il confronto tra il “pancake” Nikon Serie E 50mm f/1,8 e l’Industar 50-2. Attraverso un comunissimo adattatore M42-NEX l’ho provato su una Sony A7 per utilizzarlo alla focale effettiva, e va onestamente ammesso che le immagini prodotte hanno superato le mie iniziali aspettative. Non rinnego il mio scetticismo iniziale e di aver a priori dubitato dei risultati. Ma mi sono dovuto ricredere. Le immagini allegate a questo articolo credo siano di per sé esplicative. E’ vero che bisogna farci, come si dice in questi casi, la mano ( e non solo metaforicamente parlando date le dimensioni ridotte), ma dopo pochissimo tempo ci si fa l’abitudine e sembra di averlo sempre utilizzato. Non è luminosissimo, dato che decollare da f/3,5 sconta qualche buono stop rispetto ai 50mm f/1,8 e per ottenere buoni risultati è suggeribile almeno utilizzarlo da f/4 in su. La resa è ottima a f/5,6 e f/8 tanto da non far rimpiangere - soprattutto nel microcontrasto centrale- ottiche più blasonate e decine di volte più costose. I TEST Ho messo alla prova l’obiettivo, come detto, montandolo su una Sony A7 tramite un adattatore M42.  Tutte le prove condotte, di cui allego i link con relativi ingrandimenti al 100% del dettaglio, si sono svolte in ambiti diversi dalla ritrattistica. Dicevo della resa generale: più che decorosa. Anzi in qualche immagine mi è apparsa molto buona. Soprattutto negli scatti tra f/5,6 e f/8 dove tira fuori una grinta di tutto rispetto. A tutta apertura solo al centro si possono leggere dettagli quantomeno dignitosi. Ai bordi e sugli angoli la morbidezza si manifesta in modo del tutto evidente. Tuttavia devo dire che ho trovato obiettivi più blasonati e luminosi, oltre che decisamente più cari, che sono riusciti a fare peggio di questo piccolo obiettivo russo. Ho provato a fare degli scatti anche con una APSC (Fujifilm XE2) per avere dei riscontri più articolati. Su una APSC come la Fujifilm che uso sovente, l’obiettivo si comporta come un 75 mm, quindi un mezzo tele buono per molte occasioni. LINK ai test e relativi ingrandimenti          TEST scatti a T.A. ( f/ 3,5) -> Con SONY A7 full frame  -> Con Fujifilm X-E2 APSC TEST scatti a f/4 e f/4,5 -> Con SONY A7 full frame -> Con Fujifilm X-E2 APSC TEST scatto a f/ 5,6 -> Media distanza  TEST scatti a f/ 8 -> Soggetto piano in forte luce a breve distanza  -> Soggetto policromo in luce morbida ->Mira ottica a f/3,5 ->Mira ottica a f/8 CONCLUSIONI Confesso che quando mi è stato proposto di testare questo obiettivo di cui avevo solo sentito vagamente parlare, ho nutrito qualche perplessità, subito fugata dalla visione dei primi scatti. Credo di averlo già scritto da qualche altra parte, ma lo ripeto, le immagini pubblicate in questi articoli NON sono state corrette o migliorate con Photoshop. Unica concessione è soltanto una leggera modifica di qualche punto valore nei parametri di esposizione se la foto risulta eccessivamente scura o chiara. Nient’altro. L’INDUSTAR è un obiettivo vero, anche se somiglia ad un giocattolino. A prima vista, si fa fatica a credere che sia in grado di produrre buone immagini. Tuttavia è tanto compatto quanto robusto, costruito per essere uno strumento affidabile e con vetri assolutamente dignitosi. Il prezzo corrente di mercato è davvero molto basso. E’, a dispetto delle apparenze, un obiettivo solido ed affidabile che genera immagini ben contrastate e nitide tipiche dello schema Tessar. Ovviamente non ha la finezza globale di uno Zeiss ma il microcontrasto risulta davvero buono e le immagini risultano più che soddisfacenti. Non sono però tutte rose e fiori. Vediamo le spine. Il prezzo da pagare è una certa scomodità nel settare i diaframmi, dato che la sottile e minuscola ghiera di selezione è stata posta sulla parte frontale dell’obiettivo, e quindi costringe a guardare in faccia la lente frontale ogni volta si vuole cambiare il diaframma. Peraltro è facile agire su due ghiere contemporaneamente per cui bisogna prestare attenzione. Un altro neo è la distanza di messa a fuoco minima piuttosto alta (65cm). L’ottica non è esente da un leggero flare che in qualche occasione comunque può anche non guastare. A tutta apertura l’immagine sugli angoli si presenta piuttosto morbida. Basta chiudere a f/4 o meglio ancora a f/5,6 e si ottengono scatti di buona qualità. La resa cromatica appare equilibrata. Quindi? Ci sono in giro milioni di ottime fotografie scattate in diversi decenni con l’Industar, immagini sulle quali nessuno si perde a discutere con frasi tipo: “con che obiettivo è stata scattata?”. Della serie guardiamo il cielo e non il dito. Concludendo, se si desidera un piccolo gioellino, solido, tascabile, economicissimo, fosse anche solo per divertirsi e far divertire, si può dire che questo rappresenti davvero un ottimo acquisto. ©   S. Benvenga