www.bensaver.it Nikon F : la leggenda.  Potrebbe sembrare un nonsenso discutere di una fotocamera che ha superato i 50 anni dalla sua apparizione. E’ un pò come parlare di una bella ma datata signora dai nobili trascorsi, in un contesto in cui abbondano avvenenti fanciulle (leggi fotocamere modernissime) superdotate (di accessori e funzionalità tecniche). Per chi ama davvero la fotografia, il nonsenso sarebbe però non parlarne. C’ERA UNA VOLTA.... Il 20 marzo 1959, circa dieci anni dopo la messa in produzione della sua prima fotocamera (la Nikon I a telemetro), l’austera Nippon Kogaku comunicava il lieto evento della nascita della sua prima reflex 35mm, chiamata Nikon F. Non era un mistero per nessuno che la Zeiss Contax fosse la musa ispiratrice della Nikon: attorno ad essa la casa nipponica aveva progettato, probabilmente primo al mondo in tale completezza e vastità, un sistema fotografico che aveva come denominatore comune l’intercambiabilità. La Nikon F aveva mirini di vario tipo, vetri  di messa a fuoco intercambiabili, il dorso asportabile, tendine in titanio, la possibilità di montare un motore elettrico da 4 scatti al secondo (F36, diretto discendente del S36 delle Nikon S a telemetro), contatto sincro-flash sul bottone di riavvolgimento, un crescente ed eccellente parco ottiche la cui qualità è divenuta proverbiale. Progettata per l’uso professionale in condizioni anche avverse, fu il cavallo di battaglia (in tutti i sensi),  di numerosi fotoreporter e più diffuso strumento di ripresa fotografica durante la guerra del Vietnam.   [ Nell’immagine si vede la Nikon F, con mirino  Photomic Tn, col dorso asportato, e l’otturatore aperto sulla posa T. ] LE CARATTERISTICHE.... La prima Nikon F aveva il mirino a pentaprisma, con una grande F incisa sul frontalino ed il numero di serie 6400001, la leva di carica cava, il tutto per oltre 700 grammi di peso.  Il primo mirino Photomic (F) fu prodotto nel 1962 ed era una fusione tra mirino a pentaprisma ed esposimetro CdS (Solfuro di Cadmio, un composto tossico un tempo usato per produrre pile). Tre anni dopo (1965) la Nikon F fu dotata del Photomic T (con lettura esposimetrica media di tipo TTL). Aveva anche la possibilità di montare lenti correttive. La prima Nikon F con Photomic T uscì col numero di matricola 6700001. Il peso della fotocamera superava gli 800 grammi. Un paio d’anni dopo la Nikon introdusse il Photomic Tn (con lettura media a prevalenza centrale). L’ultima Nikon FTn (che aveva due versioni: finiture cromate e finiture nere) fu prodotta nell’ottobre del 1973 (circa quindici anni di produzione ininterrotta) quando la F2 era già sul mercato da un paio d’anni. Il numero di matricola era 7451052. Per tutte le versioni la macchina mantenne le sue caratteristiche tecniche di base. Immutati i tempi di posa: da 1sec a 1/1000 più la posa B (bulb) e la posa T (oggi del tutto scomparsa e pertanto ignota alla maggioranza dei fotoamatori). La posa T, come la posa B, permetteva l’uso di tempi più lunghi di 1sec, ma diversamente dalla prima - che richiudeva l’otturatore al momento del rilascio del pulsante di scatto - restava attiva finché il pulsante non veniva ripremuto una seconda volta. In pratica si poteva scattare, andare a prendersi un caffé e, al ritorno, ripremere il pulsante per chiudere l’otturatore. Tempo di sincronizzazione del flash (sincro-X) a 1/60 L’esemplare nella foto è stato prodotta nel 1968. Una delle sensazioni più diffuse tra quanti si trovano in mano una Nikon F è di avvertire un inusitata robustezza. Già il peso di una fotocamera il cui solo corpo sfiora i 900 grammi non è trascurabile, ma se a questo si aggiunge il contatto col metallo che ostenta solidità a tutto tondo, l’impatto provoca normalmente un senso di piacevole sicurezza ed affidabilità. Il rumore dello scatto ha un non so che di musicale: come una nota profonda che per un attimo resta sospesa e si lega armoniosamente alla suo eco. Quell’affidabilità e robustezza che hanno fatto scegliere alla NASA per la sua missione Apollo XV proprio una Nikon F . [ Nell’immagine si vede la manovella di riavvolgimento posizionata sul contatto a slitta Nikon per il flash  ] La Nikon F è stata protagonista di numerosi film di successo. Autentica icona in tante pellicole: da Blow-Up di Antonioni del 1966 a “I ponti d i Madison County” con Clint Eatwood e Meryl Streep del 1995 a “ Full Metal Jacket”. Ma il primo film in cui apparve fu sicuramente Stato d’Allarme (1965), con Sidney Poitier nelle vesti di un fotoreporter. Salvo errori, credo siano circa una quindicina i lungometraggi in cui la Nikon F appare come protagonista.   1. L’alloggiamento pila del Photomic   2. Il pulsante per verificare la profondità di campo   3. Il blocco del sollevamento dello specchio   4. L’autoscatto impostabile a 3 - 6 - 10 sec OGGI..... Possedere una Nikon F è solo una questione di feeling. E’ un oggetto per collezionisti anche se - in ordine - è in grado di scattare eccellenti fotografie in qualsiasi condizione: “peccato” (sic!) che per farlo occorra sapersi destreggiare tra tempi, diaframmi, messa a fuoco, calcoli esposimetrici, tutte cose fuori moda da quando gli automatismi full optional hanno invaso la nostra vita. Tutte cose che, per molti fotoamatori cresciuti tra schede di memoria, display e autofocus, sono come la vita in campagna: simpatica ma solo il tempo di un picnic e purché ci sia il sole. Un apparecchio di proverbiale robustezza ed affidabilità, progettato e costruito per resistere ad un uso intenso e macinare rullini per anni ed anni senza perdere colpi. Un autentico mulo, solido e forte, instancabile. Se ne possono trovare di usate ma attenzione che siano in ordine: la riparazione deve essere effettuata da mani sapienti e potrebbe costare non poco. Quindi? La Nikon F ha rappresentato una pietra miliare nella storia della fotografia con la F maiuscola: una leggenda che nessuno dovrebbe ignorare. Anche per questo ho cercato di raccontarla a modo mio. ©   S. Benvenga