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THE PEAK OF PERFECTION....
Con questo slogan ad effetto, stampato sulle brochures, la Fuji pubblicizzò nel 2012 l’avvento della sua X-Pro1 corredata da un
parco ottiche costituito da tre obiettivi (XF 18mm f/2R- XF 35mm f/1,4R - XF 60mm f/2,4R macro), primi esemplari di un
sistema che in pochi anni è cresciuto notevolmente. La Fuji aveva scommesso molto sulla favorevole accoglienza di un sistema
mirrorless APS-C che abbinava eleganza a sostanza, forte di una qualità tecnica e ottica di prim’ordine. Introduceva una novità
nei sensori col suo X-Trans CMOS da 16M senza filtro passa basso e randomizzato nello schema a 6x6 pixel.
Sono stato uno dei primi a credere nelle potenzialità di questa soluzione. Tant’è che ho abbandonato le APS-C Nikon per passare
alle Fuji, mantenendo solo le fotocamere Nikon Full Frame, con le relative ottiche. Ne ho guadagnato in leggerezza ( si sa che
col passare degli anni si fatica sempre di più a portare in giro un corredo pesante) mantenendo una grande qualità nei risultati.
Se nel FF considero il sistema Nikon uno dei primi (se non addirittura il primo) al mondo per tutta una serie di ragioni che non
sto qui ad elencare, nell’APS-C la Fuji mi ha pienamente convinto.
Peraltro aggiungo un dettaglio tutt’altro che secondario che mi ha ulteriormente attirato e sconcertato al tempo stesso. Con Fuji
( su tutti i modelli) attraverso un adattatore posso usare praticamente qualsiasi obiettivo, incluso i vecchi Nikkor pre AI che
avevo dovuto smettere di usare in quanto la stessa Nikon, al di fuori della Df, non contempla questa opportunità su nessun
modello. E questa, mi permetto di dirlo sommessamente e dolorosamente, la considero una imperdonabile manchevolezza da
parte della Nikon. Disturba il fatto che per continuare ad usare, ad esempio, un vecchio e splendido Nikkor F 105mm f/2.5 degli
anni 60 o lo trasformo in AI rovinandone l’originalità o mi devo comprare la Df perché sulle altre fotocamera non si riesce a
montare. mentre sulla Fuji lo uso perfettamente e con piena soddisfazione (idem sulla Sony A7).
Nei primi mesi del 2016, dopo un periodo di tambureggianti anticipazioni, esce la X-Pro2, la nuova ammiraglia Fuji, una berlina
da 24M di pixel, con nuovo processore, Iso estesi a 12800 (ex 6400), sincro a 1/250 (ex 1/180) doppio slot per le card, corpo in
magnesio, tropicalizzata, funzionalità wireless e tutta una serie di migliorie davvero impressionanti che battono ( ad esclusione
dello schermo LCD fisso e non orientabile) anche la XT1. Quindi, sulla carta, ci troviamo di fronte a due macchine totalmente
differenti nei contenuti. (In basso allego una sintetica tabella riassuntiva delle differenze)
Tuttavia, visto che da quasi mezzo secolo mi diverto a scattare fotografie resto convinto che alla fine della fiera quello che resta
dopo le parole è l’immagine finale che abbiamo portato a casa col mezzo fotografico. Avendo l’opportunità di testare la nuova
ammiraglia ( con cui confesso mi sono parecchio divertito) l’ho voluta confrontare sul campo con la vecchia X-Pro1. Questo non
per un’inutile gara ma per rendermi conto personalmente e con tutti i limiti delle mie capacità tecniche e sperimentali se valesse
la pena di mettere in soffitta la vecchia XPro1 per far spazio alla nuova XPro2 il cui prezzo oggi è alla grossa circa 4 volte quello
di mercato della XPro1.
Ho quindi preso le due macchine, un treppiedi, quattro obiettivi campione, due Fujifilm (35mm f/1,4 e 56mm f/1,2)e due vecchi
obiettivi russi passo a vite M42 (Industar 50-2 3,5/50mm e Helios 44-2 58mm f/2) utilizzandoli con un adattatore M42/FX. Ho
selezionato 5 soggetti diversi con sensibilità ISO diverse (200, 400, 800, 3200, 6400) e con gli stessi parametri (tempo e
diaframma) ho ottenuto le immagini test (direttamente in Jpeg)
Le immagini non sono state alterate con Photoshop, salvo un viraggio in BN per il 200Iso, Le ho solo ritagliate a 30cmx20cm e
prelevato le zone di ingrandimento per il confronto. Sono immagini così come ottenute che ho numerato casualmente per una
visione successiva non contaminata da dati che potessero in qualche modo riferirsi alla fotocamera di ripresa.
L’idea era quello di sottoporle poi all’esame di chiunque per giochino del tipo “ Indovina con che fotocamera sono state
ottenute: XPro1 o XPro2...?” Finora, tra tutti quelli che li hanno esaminati è emersa l’assoluta impossibilità di giungere ad una
selezione fondata su criteri oggettivi si è andato a tentoni, sparando risposte (spesso errate) basandole sulla probabilità più che
sulla certezza.
GLI OBIETTIVI NON FUJI IMPIEGATI NEL TEST
Come detto sopra, siccome quello che io ritengo essere uno dei punti di forza del sistema Fujifilm è quello di utilizzare con
adattatori praticamente qualsiasi obiettivo di altra marca, ho scelto due obiettivi russi passo a vite 42x1. Sono convinto ma
avrei potuto continuare anche coi miei vecchi Nikon F o Pentax senza cambiare l’esito del giochino.
XPRO2 con Helios 44-2 M 58mm f/2
XPRO2 con Industar 50-2 3,5/50mm
I TEST di raffronto tra XPro2 e XPro1 (indovina qual’è?)
Qui di seguito le immagini in miniatura, basta cliccarci sopra per ingrandirle ed esaminarle con la dovuta attenzione.
Se qualcuno volesse lanciarsi nella risposta non ha che da scrivermi. Avendo memorizzato a parte i relativi collegamenti tra
la sigla casuale dell’immagine e l’originale ( a memoria non neppure io sono in grado di collegarle) mi farò premura di dirgli se
ha centrato la giusta soluzione al quesito o meno.
Ecco le immagini:la sigla iniziale è casuale, il numero identifica l’ISO a cui è stata scattata.
Quali foto sono state
scattate con la
XPRO1 e quali con
la XPRO2 ?
Riesci a distinguerle?....
TEST 200 ISO
(clik on to expand)
TEST 400 ISO
(clik on to expand)
TEST 3200 ISO (click on to expand)
TEST 6400 ISO (click on to expand)
ALCUNE DELLE PRINCIPALI DIFFERENZE TECNICHE TRA XPro2 e XPro 1
XPro2
XPro1
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Anno di commercializzazione
2016
2012
Materiale costruttivo
Magnesio
Alluminio
Peso
435 gr
395 gr
Tropicalizzazione
SI
NO
Wireless
SI
NO
Riconoscimento Volto/Occhio
SI
NO
MP
24,3
16,3
Immagine in Pixel
6000x4000
4836x3264
Sensore
X-Trans CMOS III
X-Trams CMOS I
Processore
XPRO
EXR
Iso nativi
200-12800
200-6400
Otturatore Meccanico
4s-1/8000s
1/4s-1/4000s
in modalità SMA
30s-1/8000s
30s-1/4000s
Scatto Continuo
8 fps
4 fps
Intervallometro
SI
NO
Sincro Flash
1/250s
1/180s
OFV copertura mirino
92%
90%
EFV risoluzione
2260k
1440k
LCD risoluzione
1620k
1230k
Slot Carte
2 (di cui 1 UHS-II)
1
Inoltre la XPro2 ha un notevole aumento dei punti di Autofocus (273) e dei modi di Autofocus ( incluso il Tracking)
CONCLUSIONE
L’evoluzione della specie è innegabile. I miglioramenti tecnici sono numerosi e di spessore. Essi si accompagnano ad una
differenza di costo che va dai circa 1700 Euro della XPro2 ai circa 500 euro a cui è possibile trovare oggi una XPro1. Qualche
differenza è riscontrabile con un esame più che minuzioso e nell’ambito degli alti Iso.
La “vexata quaestio” in siffatte situazioni - penso al consumatore medio attento al portafoglio ed al rapporto costo/benefici
connesso al tipo di immagini che porta a casa - verte su quale modello è meglio orientarsi. Ovvero, per i possessori del
precedente modello, se è proprio indispensabile disfarsi della propria XPro1 a prezzi di realizzo per acquistare la nuova versione.
Come in tutte le cose della vita, nel paniere delle scelte finiscono diversi fattori: le disponibilità economiche, l’atteggiamento
psicologico, l’attenzione allo status-symbol e, purtroppo, solo da ultimo, il reale utilizzo.
Le prime tre domande fondamentali che ognuno dovrebbe farsi ( in senso generale) al momento di acquistare una fotocamera -
e questo a prescindere da quali marche o modelli si stiano esaminando - sono:
1. “Che genere di fotografie scatto?”
2.“ Quante ne scatto mediamente durante l’anno e in che occasioni?”
3. “Quante ne stampo in grande formato (dove per grande formato intendo almeno un 60cmx40cm)?
Sono tutte domande importanti, ma soprattutto lo è l’ultima, perché definisce concretamente come tradurre in modo effettivo i
miglioramenti pagati con un maggiore esborso nell’acquisto di un prodotto più evoluto. Se le nostre foto ci accontentiamo di
vederle al monitor del PC o con un audiovisivo ( sappiamo bene tutti quanto sia inferiore la capacità di risoluzione oggi presente
nelle proiezioni rispetto all’originale), se condividiamo le foto solo su Facebook, Instagram, Whatsapp o altri social forum,
oppure - al massimo - provvediamo a far stampare un fotolibro formato A4 ovvero qualche ingrandimento di quelle che
riteniamo le migliori foto della nostra vita da appendere in corridoio in una cornice al massimo larga cm. 50x40, ebbene mi sia
concesso dire che perfino una vecchia fotocamera di dieci anni fa sarebbe in grado di svolgere egregiamente questo compito.
Io ho una mia opinione personale: preferisco investire sempre in obiettivi piuttosto che in fotocamere. Quasi mezzo secolo di
fotografia mi ha dimostrato ampiamente che i vecchi obiettivi ( se buoni) desidero usarli ancora oggi con grande soddisfazione,
mentre ho una scatola di vecchie macchine abbandonate che ogni tanto prendo in mano solo per spolverarle e abbandonarmi a
dieci minuti di nostalgia. Con questo non voglio dire che bisogna fermarsi tutti e scendere dal treno, altrimenti sarebbe la fine
della ricerca, degli investimenti, dei miglioramenti e della evoluzione di ogni cosa che viene prodotta. Già il fatto di possedere
una scatola di vecchie fotocamere significa che ammoderno anch’io il parco macchine. Ma penso che ogni passaggio vada
sempre accompagnato più che dal desiderio di “possedere” l’ultima novità, dalla saggia consapevolezza di “saper usare al
meglio” l’attrezzo che ci si possiede già.
Un po’ la questione riguarda molte cose: dallo smartphone alla release aggiornata di un software del quale - nella versione in
possesso - sfruttiamo il 10% delle potenzialità e con la nuova resteremo sempre al 10% nella migliore delle ipotesi.
Non so quanto questo giochino “dell’indovina con quale macchina è stata scattata la foto” possa essere utile, né se sarà
correttamente considerato. Posso solo augurarmi che non venga visto come uno vacuo attacco al nuovo che avanza o come una
strenua difesa del vecchio che resiste. Non è nulla di tutto questo: è solo un modo per riaffermare che la fotografia non va vista
come incremento di pixel e prestazioni possibili.
Penso alle vecchie Hasselblad analogiche che fino a un decennio fa costava una fortuna e che oggi te le tirano dietro perché il
digitale le ha praticamente asfaltate. Per decenni hanno prodotto molte delle fotografie più importanti del mondo nel campo
della moda e dei servizi professionali. Tutto finito nel tritacarne della storia. E questo vale, come si sa, per molte altre cose.
Il re è morto. Viva il re.
© S. Benvenga
mail to: info@bensaver.it
TEST 800 ISO
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