Gli Dei Minori : i Grandi Maestri degli Scacchi non diventati campioni del Mondo
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Salvatore Benvenga CHESS Page
Pare fosse un figlio naturale di Frederick Howard, quinto Duca di Carlisle. Ebbe scarsa istruzione da giovane a cui supplì con intelligenza e caparbietà, tanto da diventare uno studioso appassionato di Shakespeare (del quale peraltro già recitava le commedie) arrivando a curarne un'edizione di opere teatrali ch'ebbe vasto successo. Il suo contributo come studioso shakespeariano ebbe menzione anche nella Encyclopaedia Britannica. Si autoproclamò campione del mondo dove aver sconfitto Saint-Amant nel 1843. Padre e padrone degli scacchi inglesi, aveva un caratterino non propriamente angelico: narcisista, scostante, iroso, vendicativo. Verso il 1830 si affacciò, alto e imponente alla porta del Chess Divan Club di Londra, per ficcarsi nella sala degli scacchi. In breve tempo conquistò la prima scacchiera. Aveva una volontà pari alla sua boria. Studiò e divenne un quotato teorico tanto da arrivare a fondare e dirigere il Chess Player's Chronicle (1841). Divenne la "legge" e, come il giudice Linch nel Far West, saettava giudizi sferzanti e polemici con un linguaggio arrogante e sovente poco urbano. Il personaggio aveva però indubbie qualità: si pensi al fatto che disegnò, nel 1849, la foggia  dei pezzi degli scacchi che ancora oggi sono usati nei tornei (il modello Staunton, per l’appunto).   Scrisse libri di letteratura scacchistica ( tra cui il Chess Player’s Handbook che finì per sostituire il manuale di Philidor nelle librerie degli scacchisti), opere la cui qualità fu riconosciuta dallo stesso Bobby Fischer che lo definì un acuto analista.  Il Torneo di Londra del 1851 (vinto da Anderssen ), pietra miliare nella storia degli scacchi e nel quale si classificò quarto , fu una sua creatura. Staunton seppe trovare buone scuse per la sua performance, scuse che - con la stessa facilità - trovò anche per evitare la sfida portatagli da Morphy nel suo soggiorno londinese. Infatti si rifiutò di affrontare quel giovane e promettente campione venuto da oltre oceano che aveva battuto anche Anderssen. La sconfitta al Torneo di Londra, che aveva in cuor suo immaginato di vincere alla grande, assai probabilmente aveva colpito in modo mortale il suo ego. Certamente - fino a quel momento - era anche lecito supporre che Staunton fosse realmente il più forte giocatore in circolazione. Ma era bastato un giovane professore di matematica, venuto dalla Germania (Anderssen), a stravolgere i valori in campo e le sue convinzioni. Poi - come se non bastasse - ci si era messo anche quel piccolo americano della Louisiana (Morphy), approdato in Europa per sfidare i migliori giocatori del vecchio continente ed umiliarli. Tutto ciò era probabilmente troppo per Staunton che si ritirò in modo definitivo dalla scena scacchistica. Lasciò dei formidabili epigoni: Buckle (che scrisse una storia delle civiltà), Bird (che scrisse Ananlisi delle ferrovie del Regno Unito), Burn e soprattutto Blackburne (soprannominato la “morte nera”), vincitore a Berlino nel 1881, grande bevitore di whisky e giocatore tanto sfrenato quanto brillante. Morì il 22 giugno 1874 stroncato da un attacco cardiaco mentre scriveva un libro di scacchi e Potter (unica voce stonata nel coro delle prefiche) sentenziò una dura epigrafe: " il defunto spesso agiva anche con grossolana ingiustizia verso chi lo aveva sconfitto e gli appariva una possibile barriera tra lui e il sole." Per una esaustiva biografia su Staunton consultare il seguente sito curato da Bill Wall: http://markofwestminster.com/chess/staunton.html
Howard Staunton
Westmoreland aprile 1810 - Londra 22/6/1874
Bibliografia: Chicco-Porreca - Dizionario Enciclopedico degli scacchi Harold Schonmberg - I grandi maestri degli scacchi Al Horowitz - I campioni del mondo di scacchi Reuben Fine - La psicologia del giocatore di scacchi
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