Gli Dei Minori : i Grandi Maestri degli Scacchi non diventati campioni del Mondo
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Salvatore Benvenga CHESS Page
Polacco, ma educato in Germania, Johannes Zukertort si laureò in medicina a Breslavia (città di Anderssen e Tarrasch) nel 1865. Parlava correttamente una dozzina di lungue, ed era in grado di tradurre dall’arabo e perfino dal sanscrito. Uomo di grande cultura e multiforme ingegno, si potrebbe dire. Aveva anche studiato pianoforte sotto la guida di Moscheles, maestro di Mendelssohn e si occupava anche di critica musicale. Pubblicista per  l’Allgemeine Zeitung, diresse il Neue Berliner Schachzeitung. Con Dufresne pubblicò un voluminoso manuale di scacchi. Era in grado di tirare egregiamente di spada e di fucile e, come se non bastasse, fu anche medico nell’esercito prussiano durante varie campagne e fu decorato al valore. Imparò a giocare a scacchi piuttosto tardi, poi, approfittando del fatto di studiare a Breslavia, prese lezioni da Anderssen che poi sconfisse in un match nel 1871, prima di trasferirsi definitivamente a Londra nel 1878. Assunse la cittadinanza inglese e fondò il Chess Monthly. Probabilmente cominciò qui la contesa con Steinitz, che curava una rubrica scacchistica su “The Field”. Nel frattempo (1872) in un match, il boemo futuro campione del mondo aveva sonoramente sconfitto Zukertort. I due cominciarono a beccarsi in punta di fioretto e quando Steinitz migrò a New York, dove pubblicò il suo International Chess Magazine, le dispute sui giornali continuarono più accese di prima. Era destino che prima o poi i due si ritrovassero di fronte per una sfida scacchistica ad alto livello. Zukertort era forte di alcuni brillanti piazzamenti nei tornei londinesi, ma giunse primo a quello di Parigi del 1878 ed a quello di Londra del 1883 davanti allo stesso Steinitz. Tra le gemme scacchistiche di ogni tempo resta la sua partita contro Blackburne a Londra (1883) con un’offerta di Donna alla ventottesima mossa che lo stesso Steinitz definì (forse a malincuore) magnifica. Zukertort era bravissimo anche nel giocare alla cieca. Il suo apice lo raggiunse in una simultanea, contro sedici avversari, giocando senza vedere le scacchiere (12 vittorie, 3 patte ed 1 sconfitta). La sfida prese avvio il 16 dicembre 1876 al West End Chess Club e ci vollero due giorni perché si completasse. Nel 1884 Zukertort visitò gli Stati Uniti e cominciarono le trattative per disputare un match con Steinitz. Quando si accordarono (era il 1886) per un match che avrebbe dovuto svolgersi tra New York, St Louis e New Orleans, l’inizio fu promettente per Zukertort. A New York il risultato era già di 4 a 1, sfavorevole Steinitz  che stentava ad arginare la forza di gioco dell’avversario. I giornali pubblicavano le loro partite come oggi scriverebbero della finale del Super-Bowl. A St Louis però Steinit riagguantò la parità ed a New Orleans passò in testa e vinse il titolo per 10 a 5. I commentatori osservarono che Zukertort aveva via via perso smalto e probabilmente accusava problemi di salute e tenuta psicofisica. Non vi fu rivincita, dato che due anni dopo Johannes Zukertort, a soli 46 anni, moriva. Si era consumato lentamente, probabilmente stroncato dalla malaria contratta a New Orleans (come qualcuno suppone) o da una emorragia cerebrale. Qualcuno ipotizza invece essersi trattato di una disfunzione cardiaca congenita, a quel tempo non  diagnosticabile.  Qualsiasi cosa fosse stata la causa, Zukertort si riversò esanime sulla scacchiera mentre giocava al Simpson’s. Fu ricoverato al vicino Charing Cross Hospital dove però si spense il mattino successivo al suo ricovero. La sua tomba si trova oggi nel cimitero di Brompton, situato proprio alle spalle dello stadio del Chelsea.
HERMANN JOHANNES ZUKERTORT
Lublino, Polonia 7/9/1842 - Londra 20/6/1888
Bibliografia: Chicco-Porreca - Dizionario Enciclopedico degli scacchi Harold Schonmberg - I grandi maestri degli scacchi Al Horowitz - I campioni del mondo di scacchi
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Johannes Zukertort (1842-88) a Dublino nel1879. Questa immagine è di proprietà del John Felton of Hastings & St Leonards Chess Club – l’autore Stuart Conquest mantiene uno stretto collegamento con questo club scacchistico