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BREVE STORIA
Il Nikkor 50mm f/2, derivato dalla ottiche progettate
per la macchina a telemetro, è stato il primo obiettivo
a corredare la Nikon F, prima reflex della Nippon
Kogaku più comunemente nota come Nikon.
La prima versione del 1959 è contrassegnata dalla
dicitura bianca ben incisa sull’anello frontale: Nippon
Kogaku Japan Nikkor S- Auto 1:2 f=5cm. Dove S (
secondo la codifica Nikon) sta per “septem” ovvero
sette lenti. I numeri di matricola ( preceduti dalla
lettera N° come si conviene in un mondo ancora
ancorato a pochi, semplici e saldi principi contabili)
vanno dal 520001 e terminano col 584394.
La produzione di questa prima versione del 5cm cessa
nel 1964 per lasciare spazio alla seconda versione
(sempre S-Auto) avviata a metà del 1963 e conclusasi
nel 1967 con il numero di matricola 636021.
Si giunge quindi alla terza versione nel gennaio del
1964 ( quella qui testata) che prende il nome di
Nikkor - H Auto 1:2 f:50mm. La dicitura esprime la
lunghezza focale in millimetri anziché in centimetri e
lo schema ottico è di tipo H (Hex) ovvero 6 lenti in 4
gruppi. Aumentano le dimensioni della ghiera della
messa a fuoco e viene resa più comoda l’impostazione
dei diaframmi. Sui numeri di matricola apriamo un
caso. Infatti secondo qualche testo questi cominciano
con il N° 742111 , il che contrasta con l’esemplare
testato che - come si vede - ha un numero di
matricola ben inferiore. Infatti si può affermare che i
numeri di questa serie iniziano con 600111.
Otto anni dopo (1972) la Nikon applica il trattamento
alle lenti (C = coated) per cui entra in roduzione la
quarta serie con la dicitura Nikkor-H-C Auto.
Nel 1974 appare la quinta versione, del tutto diversa
anche esteticamente dalle precedenti. La messa a
fuoco minima passa da 60cm a 45cm, la ghiera della
messa a fuoco viene rivestita in gomma, scompare la
dicitura Nikkor H- Auto. La produzione si conclude nel
1979. Dopo questa data il passaggio alle ottiche AI
cambia tutto. Fa appena capolino una sesta versione
più compatta ( dalla matr.3500001) per essere
immediatamente sostituita dal 50mm f/1,8 la cui
produzione era iniziata nel 1978. Il vecchio f/2 andava
definitivamente in pensione con l’ultima matricola
N°3813172.
Sopra e sotto: confronto tra il Nikkor S 50mm f/1,4 (
a sinistra) ed il Nikkor H 50mm f/2 ( a destra)
DATI TECNICI
Lunghezza focale: 50mm
Angolo di campo: 46°
Lenti/Gruppi: 6/4
Max apertura: f/ 2
Min apertura: f/ 16
Diaframmma a 6 lamelle
Diametro ghiera filtri : 52mm.
Distanza minima di messa a fuoco: 60 cm
Peso: 205gr
Paraluce: HS-2
Anche questo Nikkor non fa eccezione per solidità
meccanica e accuratezza costruttiva. Non tragga in
inganno la dicitura AUTO che significa semplicemente
che il diaframma si apre e si chiude automaticamente
quando si scatta il pulsante dell’otturatore. Negli anni
‘60 questa era una avanzata conquista tecnologica da
mettere bene in evidenza.
Per questa prova mi sono avvalso della Sony A7, per
uniformare i test con gli altri 50mm. D’altra parte non
trattandosi di ottica AI non è stato possibile avvalersi
della D700.
Credo che questo aspetto sia l’unica pecca che trovo
nella politica commerciale Nikon: aver attivato la
funzione di utilizzo delle ottiche pre AI solo sulla
Nikon Df. Un vero peccato per una casa che ha
sempre fatto della piena compatibilità una bandiera
nei decenni.
Nell’immagine sopra il Nikkor H-Auto 50mm f/2
montato mediante un adattatore sulla Sony A7 con cui
sono stati effettuati alcuni degli scatti di test.
Lo schema ottico Gauss ( del Nikkor H-Auto 50mm f/2
è quello del Planar a cui quasi certamente i progettisti
si sono ispirati. D’altra parte non è un segreto il fatto
che la Nikon si ispirò proprio alla Zeiss per i suoi
obiettivi.
A mio parere questo obiettivo possiede una sua
personalità ben definita, che si esprime con immagini
decisamente avvolgenti, pulite, equilibrate ed al tempo
stesso ammantate di un fascino che viene da lontano. E’
difficile spiegare scientificamente questa sensazione, ma
se si raffrontano le immagini si noterà che quanto dico
ha una sua fondatezza. Questi antichi vetri riescono a
tirare fuori immagini che non sanno di plastica, non
possiedono quel velo di artefatta nitidezza super HD che
stordisce. E’ come sentire il tic tac di un orologio
meccanico, non governato dalle algide oscillazioni
silenziose del quarzo. Magari non segnerà in modo
preciso le ore 12:23:15 secondi, ma non ti fa arrivare
tardi ad un appuntamento.
> Crediti: Esemplare fornito gentilmente per il test da
Blackdove-Cameras che si ringrazia per la collaborazione.
Interessante osservare che il diaframma del 50mm f/1,2 è a
sei (6) lamelle come il numero delle lenti, ma è solo una
coincidenza. .
La sua reperibilità sul mercato dell’usato non è sempre facile
in quanto si tratta di un obiettivo gelosamente conservato
dagli appassionati.
I TEST
L’obiettivo è stato messo alla prova scattando più foto
dello stesso soggetto e variando il diaframma.
Alla massima apertura (f/2) non brilla, soprattutto se
messo in rapporto al più moderno 50mm f/1,8 che ha
meno distorsione a barilotto ed ha una minore
distanza minima di messa a fuoco (45cm cotro i 60cm
dell’f/2), ma da f/4 a f/8 se la gioca alla grande anche
nei confronti del fratello maggiore Nikon f/1,4.
Decisamente buono il microcontrasto che comincia a
crescere già da f/2,8.
Tuttavia anche alla massima apertura si possono
ottenere immagini decisamente interessanti
sfruttando il particolare bokeh che connota questo
obiettivo. A tal riguardo vengono qui sotto inseriti i
links delle immagini esplicative.
Ho testato l’obiettivo anche per la ripresa Macro,
montandolo invertito tramite anello BR-2A sia alla
Sony che (finalmente) alla D700 riscontrando
piacevolissimi risultati.
Mi affligge il fatto di poter usare questo Nikkor sulla
mia Nikon digitale solo con l’ottica è invertita...ma
tant’è! Si può trasformarlo in AI, ma perché poi?
Ringraziamo chi ha avuto questa bella pensata e ci
portiamo sulle possibili alternative.
Le prime due schede rappresentano una verifica
standard sulla risolvenza:
N.1 : LINEE PER MM
A1 : MIRA OTTICA a f/2
A2 : MIRA OTTICA a f/8
B1 : MURO MATTONI a f/2
B2 : MURO MATTONI a f/5,6
Altri test:
TEST N.1 a f/2: IMMAGINE TEST
TEST N.1 a f/8 : IMMAGINE TEST
TEST N.1 a f/16: IMMAGINE TEST
TEST N.2 a f/2: IMMAGINE TEST
TEST N.2 a f/8 : IMMAGINE TEST
TEST N.2 a f/16: IMMAGINE TEST
TEST N.3 a f/5,6: IMMAGINE TEST
TEST N.4 a f/5,6: IMMAGINE TEST
Seguono tre test di macrofotografia con obiettivo invertito:
TEST a F/11: SU SONY A7
TEST a F/16: SU SONY A7
TEST a F/16: SU NIKON D700 E SOFFIETTO
infine PROVA A 3200 ISO IMMAGINE TEST
CONCLUSIONI
C’è ancora spazio, oggi, per questo obiettivo?
Come ho già scritto sopra, se il più recente Nikkor 50mm
f/1,8 è nel complesso più performante ed il Nikkor 50mm
f/1,4 resta un gradino sopra a tutti, uno potrebbe
interrogarsi sulle ragioni per le quali si debba parlare di
quest’ottica vista la concorrenza che la circonda.
La prima risposta che mi viene in mente è che una buona
fotografia si può fare anche con obiettivi che la storia ha
sepolto sotto montagne di tecnologia e funzionalità. Se un
tempo scrivere Auto sull’ottica era come appuntare una
medaglia d’oro sul petto di un combattente, gli obiettivi
moderni hanno una tale quantità di sigle quasi impossibili da
memorizzare. Non di meno a volte appaiono come bellissimi
soprammobili da esporre in vetrina per suscitare l’invidia
degli ospiti.
Un’altra considerazione che mi sentirei di aggiungere è che
tenere in mano un piccolo gioiello di precisione meccanica e
ottica apporta una sensazione tattile difficilmente emulabile
con altri obiettivi. Toccando quel metallo si ha quasi
l’impressione che la storia sia con noi e che ogni
inquadratura diventi non più uno “scatta e fuggi” ma un
centellinare qualcosa di prelibato. Suggestioni, dirà
qualcuno con buona ragione, ma se non si provano non si
capiscono.
Riassumendo credo sia possibile affermare che si tratta di
un obiettivo di alta qualità, affidabile e robusto oltre misura.
Le prestazioni ottiche tra f/4 e f/8 sono ai vertici, ma già più
che buone a partire da f/2,8. Alla massima apertura si
sconta una resa più soft, una lieve aberrazione ed un calo di
prestazione ai bordi. Sono considerazioni da manuale
tecnico che vanno fatte ma che possono benissimo essere
ignorate. Chi si perde dietro a queste cose davanti ad una
bella immagine è meglio che si dedichi ad altro.
Vale quindi la pena di averlo? Se non abbiamo una Nikon Df
o una D40 (che poteva usarlo) e ci interessa un obiettivo
leggero, economico e dalle alte prestazioni certamente va
preso in considerazione il 50mm AF/1,8. Se ci interessa la
luminosità accompagnata dalla qualità a tutto tondo,
pagandola, bene stare sul 50mm AF 1,4. Se ci piace il
vintage, non ci importa di avere una distanza minima a
60cm, ci piace il contatto col robusto metallo e possediamo
una Sony o una Fujifilm con un adattatore per ottiche Nikon,
bene allora più di un pensiero varrebbe la pena di farlo.
© S. Benvenga