I Grandi Maestri - Ben

Vai ai contenuti

I Grandi Maestri

Scacchi
I Grandi Maestri
Gli dei minori...(si fa per dire)
Vai alla prefazione

Ci sono stati tempi in cui concetti come record, campione iridato e cose simili non avevano lo stesso significato che oggi rivestono e soprattutto non possedevano la stessa identica risonanza e diffusione.

La vita scorreva con altri ritmi e, su ogni piccolo borgo che - per molti - era l'intero universo, svettava un campanile. I confronti spesso si svolgevano tra vicini o conoscenti, e comunque con regole sovente non standardizzate.

Questo solo per dire che ci sono state - in ogni tempo - figure grandissime che però non hanno potuto fregiarsi di titoli o riconoscimenti che noi oggi è del tutto normale utilizzare.

Campioni che sono arrivati troppo in anticipo sui tempi e per questo non sono stati omologati.
Uomini che sono giunti sulla vetta quando nessuno aveva ancora pensato a registrarne la presenza.

A ciò si aggiunga che la storia degli scacchi, come d'altronde quella di tutti gli altri sport o discipline, è costellata dagli eterni secondi. Campioni che hanno solo sfiorato la cima e che - per imponderabili ragioni del Fato - non sono riusciti a salirvi.

Spesso è mancato loro un pizzico di buona sorte, altre volte è dipeso dall'obiettiva superiorità  dimostrata dall'avversario in quel preciso momento, altre ancora ha inciso un regolamento fatto apposta per favorire il detentore del titolo in caso di raggiunta parità.

Comunque sia, ci sono state figure di immenso valore che hanno scritto la storia degli scacchi pur non essendo iscritti nell'albo dei   campioni del mondo ufficiali. Pensatori, musicisti, artisti, giocatori e studiosi di altissima levatura che hanno lasciato partite memorabili ai posteri.

Ci sarebbe da riflettere su queste figure, non fosse altro perché con la loro grandezza hanno reso ancora più grandi i meriti di chi li ha sopravanzati nell'albo d'oro del mondiale di scacchi. Come comparse di lusso in un kolossal cinematografico e le cui interpretazioni rendono il film degno dell'Oscar. Figure leggendarie come Keres o Rubinstein, gladiatori come Korcnoi o Bronstejn, artisti ineguagliati come Morphy o Anderssen, pensatori innovativi e teorici come Tarrash e Nimzowitsch. Ma anche figure a metà tra la realtà e la poesia, come Canal che visse da queste parti e qui riposa.

Non è stato facile scegliere sedici biografie, né si è seguito un ordine particolare. Perché abbia inserito Reti e non Spielmann, Marshall e non Fine, è un fatto puramente casuale. Principalmente ho cominciato con quelli su cui possedevo una maggiore documentazione, riservandomi di colmare queste lacune appena possibile. Non avendo l'obligo di costruire una struttura enciclopedica, ho agito di conseguenza. Chi avesse voglia e tempo di leggere queste pagine troverebbe innumerevoli spunti e stimoli per approfondire la storia di molti grandi scacchisti. Scoprirebbe anche che la storia degli scacchi è anche una storia (una delle tante storie) dell'umanità, in cui si intrecciano aspetti agonistici, fatti di cronaca, elementi psicologici e  molto altro ancora. Ognuna di queste figure rappresenta una importante tessera di un mosaico che solo apparentemente ha la forma di una scacchiera. In realtà è più simile al disegno di una costellazione, una vasta e irregolare mappatura di stelle e pianeti, comete e asteroidi, luci che brillano fortissime, altre apparentemente lontane e flebili, tutte con un proprio colore.

Un caleidoscopio di uomini, assolutamente geniali scacchisticamente parlando, ma alcuni bravissimi ed affermati anche al di fuori delle sessantaquattro case del tavoliere. Su costoro ho steso qualche nota biografica come fatto per i campioni del mondo ufficialmente riconosciuti a partire dal 1886.
 
Ed anche per costoro, cosiddetti " Dei Minori",  è prelevabile una buona selezione di partite disputate, attraverso l'apposito link presente sulla singola scheda di pertinenza.

Spero solo che questa mia fatica faccia conoscere queste interessantissime figure ed avvicini più gente possibile al meraviglioso mondo degli scacchi.
Francois Andrée Duncan Philidor

( Dreux 7/9/1726 - Londra 31/8/1795 )


Howard Staunton

(  Westmoreland aprile 1810 - Londra 22/6/1874 )

Adolf Anderssen

(  Breslavia 6/7/1818 -13/3/1879 )

Paul Morphy

(  New Orleans 22/6/1837 - 11/7/1884 )

Hermann Johannes Zukertort

(  Lublino, Polonia, 7/9/1842 - Londra 20/6/1888 )

Mikhail Ivanovic Cigorin

(  Gatcina, 12/11/1850 -Lublino, 25/1/1908 )

Siegbert Tarrasch

(  Breslavia 5/3/1862 - Monaco 17/2/1934 )

Frank James Marshall

(  New York 10/8/1877 - 9/11/1944 )

Akiba Kivelovic Rubinstein

(  Stawiak 12/12/1882 - Anversa 14/3/1961 )

Aaron Nimzowitsch

(  Riga 7.11.1886 - Copenhagen 16.3.1935 )

Savielly Grigorievic Tartakower

(  Rostov sul Don 22/2/1887 - Parigi 5/2/1956 )

Richard Reti

(  Pezinok 28/5/1889 - Praga 6/6/1929 )

Esteban Canal

(  Chiclayo, Perù, 19/4/1896 - Cocquio Trevisago, Italia, 14/2/1981 )

Paul Keres

(  Narva 7/1/1916 - Helsinki 5/6/1975 )

David Ionovic Bronstejn

(  Belaja Tserkov, Ucraina, 19/2/1924 - Minsk, 5/12/2006 )

Viktor Lvovic Kortschnoj

(  Leningrado 23/3/1931 - Wohlen 6/6/2016 )

Sulle spalle dei giganti
Isaac Newton - riprendendo una frase molto più antica - disse:
" Se ho visto più lontano è perché sono salito sulle spalle dei giganti che mi hanno preceduto ".

E' un pensiero molto profondo, che nobilita la stretta correlazione tra il presente ed il passato con un gesto di umile riconoscimento al valore ed al lavoro di chi ha tracciato ed allargato il sentiero su cui camminiamo.

Ogni nostra scoperta, ogni nostro miglioramento - in qualsiasi disciplina - si regge su questa catena. C'è sovente la tendenza a dimenticarsene.

Anche negli scacchi, le figure - solo apparentemente secondarie - che hanno preceduto i campioni di oggi hanno spianato loro la strada. Hanno allargato le curve, livellato le asperità, colmato i dislivelli. Rendere loro il giusto merito significa spendere qualche minuto della nostra vita per conoscerli meglio.

Qualche volta torno a sfogliare le vecchie foto di un album e guardo con tenerezza i volti di coloro che hanno vissuto prima di me: penso che nella grande armonia del tempo, in questo grande spartito che qualcuno più grande di noi suona eternamente, siamo solo delle note poste tra le battute. Possiamo capitare nell'introduzione, nell'intermezzo, nell'andante o nel finale. Non ha importanza. Quel che conta è che ogni nota, ogni fraseggio, ogni movimento si lega al precedente e prepara il successivo.

Che cosa c'entri questo con gli scacchi è chiaro; c'entra così come c'entra con la vita d'ogni giorno.
Se ci è chiaro da dove veniamo, ci sarà probabilmente più chiaro intuire dove stiamo andando.

Questo contributo possono darcelo non solo i grandissimi: quelli che sono stati baciati dalla sorte o dal talento esagerato; possono dircelo anche coloro che sono rimasti più staccati, perché magari hanno forato le ruote all'ultima curva, perché sono inciampati in un sasso o semplicemente perché le forze li hanno abbandonati - come Dorando Petri - ad un soffio dal traguardo.
Nota Informativa
Sono state raccolte qui (per il momento) sedici biografie.
A mio giudizio quelle strettamente necessarie per un lavoro che non è e non intende essere enciclopedico.
Bensì uno trampolino di lancio per addentrarsi nel meraviglioso mondo della storia degli scacchi e delle figure che l'hanno reso leggendario.
Mancano certamente molti nomi, penso a Rudolf Spielmann (1883-1942) avvocato austriaco di famiglia ebrea che fu uno dei più valenti attaccanti di tutti i tempi e morì povero in fuga dalla guerra, al polacco David Janowsky (1868-1927) tattico micidiale che usava gli Alfieri come cannoni implacabili, ma anche all'austriaco Carl Schlechter (1874-1918) che uscì imbattuto dalla sfida mondiale contro Lasker. Ci sarebbe anche da ricordare sia l'inglese J.Henry Blackburne (1841-1924) soprannominato "Black death" che Salo Flohr (1908-1983) di Praga ed uno dei più forti scacchisti al mondo negli anni '30, oppure il polacco Miguel Najdorf (1910-1997), che si salvò dall'olocausto solo perché sorpreso dalla guerra a Buenos Aires dove era in corso l'Olimpiade e si naturalizzò argentino, e tanti, molti altri ancora.
Alcuni di essi sono ovviamente citati nelle schede dei sedici campioni che ho selezionato. Ma meriterebbero analogo spazio.
Chissà che un giorno io non trovi il tempo per costruirlo.
Torna ai contenuti